Laura Venturini, torinese. Segni particolari? Entusiasmo, idee, positività, tostaggine.
La guardi e ti sembra una ragazzina alle prime esperienze lavorative. I suoi riccioli tradiscono non solo la sua grande vivacità, ma soprattutto la sua voglia di anticipare i tempi. E in effetti, se le parli, scopri che a 37 anni ha un passato da pioniera.
E’ stata una delle prime in Italia a: introdurre la consulenza Seo, creare in azienda quote azzurre, credere in modo fermo allo smart working. Da ragazzina aveva altri progetti.
“Studiavo all’Università – ci racconta – sognavo di diventare Virginia Woolf e ho aperto un blog su Splinder per far adottare cuccioli di cani e gatti. Facebook ancora non esisteva e ho dovuto iniziare a studiare le dinamiche di posizionamento su Google”.
Laura si è laureata alla Sapienza di Roma, prima in Lettere con una tesi in Organizzazione e gestione delle imprese culturali, in cui “ho analizzato le scelte editoriali della collana Centopagine Einaudi, curata da Italo Calvino, e poi in Filologia Moderna, con una tesi in Teoria della letteratura, dal titolo “Il romanzo storico d’autrice. Un genere di genere.
La SEO non c’entra niente con il mio percorso di studi, ma è un’attività che si basa su due grandi pilastri: tecnologia e contenuti. E i contenuti sì, sono molto affini ai miei studi sia da un punto di vista di ricerca che di cura delle parole. Alla fine, credo che tutti (o quasi) gli studenti e tutte le studentesse di Lettere sognino di fare gli scrittori e le scrittrici. Comunque sì, è sempre stato il mio desiderio scrivere e, in realtà, lo è ancora. Chissà, in futuro. Virginia Woolf, beh, ha scritto capolavori immortali della letteratura, ridefinito il modo di scrivere narrativa e, per la sua epoca, è stata una rivoluzionaria”.
La professione di consulente Seo te la sei quasi inventata. Cosa è stato tosto e chi ha creduto in te?
Sì, quando ho iniziato nel 2003, eravamo davvero in pochi. Ho avuto l’intuizione di sperimentare su molti progetti personali. Quando mi presentavo ai colloqui di lavoro, avevo una serie di “casi di successo” da mostrare: è sempre stato il mio asso nella manica. Nel 2012 quando ho deciso di mettermi in proprio, avevo 28 anni, lavoravo a tempo indeterminato e gestivo un team di SEO in un’agenzia, ma non mi piaceva il modo con cui era gestita. Il mio capo era poco lungimirante, soprattutto a livello di gestione delle persone. Così, nonostante i dubbi e le preoccupazioni, incoraggiata da un’amica commercialista, ho aperto la partita Iva e ho iniziato la mia avventura da consulente SEO. Tra i miei primi clienti ci sono stati Guido Vimercati, all’epoca a capo della divisione digital del gruppo Smemoranda, e Claudio Grigoletto, un produttore pistoiese di filati. Sono molto grata ad entrambi per aver creduto in me, molto prima che fossi il primo “consulente SEO” su Google. Non mi ha aiutata nessuno, vengo da una famiglia normale, non avevo né capitali né esperienza di imprenditoria, ma la tenacia e l’entusiasmo non mi sono mai mancati. Nel giro di due anni, ho avuto un giro di clienti tali da dover aprire un’agenzia, per questo è nata Quindo www.quindo.it
Hai creato un’agenzia in cui lavorano soprattutto donne e mamme.
Al momento in Quindo siamo una quindicina di persone tra dipendenti e collaboratrici, dalla fine dello scorso anno, abbiamo una quota azzurra che collabora con noi. Data la mia esperienza decennale, posso dire che le donne in un contesto delocalizzato e iper specialistico, sono decisamente più brave e comunicano meglio. Ci sono poi le eccezioni che confermano la regola, come in ogni cosa. Non ho mai nascosto la mia attenzione verso il tema dell’ empowerment femminile e il mio piccolo contributo lo do, anche, con le mie scelte professionali.
Quanto è cresciuta la tua agenzia in questi anni?
Dal 2014 ad oggi abbiamo fatto un salto quantico. Ho iniziato da sola con tre
collaboratori a partita Iva, con tanti clienti e piccoli progetti. Adesso ho
dipendenti a tempo indeterminato, clienti selezionati e progetti internazionali
e molto ambiziosi. In portfolio abbiamo brand molto noti, startup di
successo, e-commerce e molte aziende B2B. Abbiamo alcune aziende estere,
ma soprattutto curiamo la SEO per le aziende italiane che vogliono crescere sui
mercati internazionali. Abbiamo di recente siglato un accordo con un’azienda di
packaging di vetro che esporta in tutto il mondo, per cui curiamo la SEO in
francese, spagnolo, inglese, tedesco e giapponese. Negli ultimi anni, abbiamo
gestito anche la reputazione online di alcuni politici e imprenditori. Uno
degli aspetti più interessanti della SEO, oltre all’incremento delle vendite, è
senz’altro il modo in cui si può veicolare la propria reputazione online e
quindi far trovare o nascondere informazioni.
Quella di consulente Seo è una professione che rende? La vedi come professione del futuro?
Il SEO, negli anni è diventata una figura sempre più richiesta perché le aziende hanno capito che si tratta di un’attività strategica. Per gli e-commerce è vitale. È un lavoro tecnico e molto specialistico, ci sono moltissime richieste di professionisti. Provate a scrivere SEO tra gli annunci di lavoro su Linkedin. Gli stipendi sono interessanti e si può arrivare a guadagnare anche molto con un adeguato livello di esperienza. Si tratta di una professione del presente! E sicuramente ci sarà anche in futuro, ma dovranno aumentare le competenze trasversali. Negli ultimi 10 anni la figura del SEO si è molto evoluta. Per lavorare bene oggi non basta un SEO, serve uno/a specialista per ogni attività: link building, tecnologia, contenuti, strategia, etc. Per ora non esistono né certificazioni, né università che preparano alla professione. A chi vuole formarsi, consiglio sempre di studiare le risorse ufficiali di Google, i siti autorevoli di settore (principalmente US), essere curiosi/e, sperimentare sperimentare sperimentare. Ormai con una decina di euro si può comprare uno spazio online e fare qualsiasi tipo di test.
Sei pioniera dello smart working. Pensi si possa estendere senza problemi ad ogni tipo di attività, nel pubblico e nel privato? Il Ministro Brunetta non la pensa proprio così.
Ho fondato Quindo nel 2014 in smart working perché era, è e sarà il modello di lavoro più sostenibile e intelligente per un’agenzia digitale. Io voglio lavorare con le/i migliori, voglio lavorare con persone felici. Dipendenti felici si impegnano affinché i clienti lo siano a loro volta e lavorano in un clima sereno e di cooperazione. Centinaia di studi hanno dimostrato che la produttività aumenta. A volte mi sembra così banale, lapalissiano, eppure sembra non lo sia.Credo sia un modello percorribile per tutti i lavori di concetto. Il problema non è l’attività, ma chi dirige i team e le aziende. Bisogna rivedere i processi, mettere in discussione lo stile della propria leadership e per molti le proprie abitudini, formare adeguatamente le persone, fornire gli strumenti adeguati. Il Ministro Brunetta è un signore adulto, cresciuto con una cultura d’impresa di un altro tempo. Quindi capisco che abbia un approccio diverso. Il problema della pubblica amministrazione è l’inefficienza cronica, che, però, non si rivolve con l’abolizione dello smart working. Nel 2022, dopo due anni di pandemia, costringere le persone in ufficio non mi sembra un buon modo per attirare talenti. Bisognerebbe pensare alla PA come ad un’azienda: trasparenza nella assunzioni, obiettivi precisi per tutte le mansioni, revisione dei processi. Che sia un lavoraccio, siamo tutti d’accordo, ma prima o poi arriverà, in Italia, come sempre, con decenni di ritardo.
Per amore degli animali hai ideato un’app per i cani in viaggio (www.caneinviaggio.it).
Cane in Viaggio è uno dei miei tanti progetti, serve ad aiutare le persone che hanno uno o più cani a viaggiare e a trovare servizi adeguati alle proprie esigenze. Il mercato è vastissimo: in Italia il 30% delle famiglie ha almeno un cane. L’ho ideata anni fa, mentre viaggiavo in macchina. E’ un progetto a cui tengo molto, ma che al momento è in stand by perché mi sto dedicando ad un nuovo progetto sempre nel settore pet. L’amore per gli animali mi è rimasto. Ho un cane che ho chiamato Pitagora. L’ho trovato quattordici anni fa, a Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Crotone, mentre ero in vacanza. Era un cucciolo di tre mesi. Chi lo vedeva gironzolare, mi diceva che alle 16 di ogni giorno si recava al bar per il cambio turno, dove un ragazzo ogni giorno gli offriva una tazza di latte. Si è dimostrato subito un tipo intelligente. Così ho deciso di chiamarlo Pitagora, come il filosofo che lì vicino aveva fondato la scuola pitagorica.
Una smart leader, una pioniera, una donna vulcanica. Fai la consulente Seo di te stessa. Qual è la tua parola chiave?
Energia. Sono un’inguaribile ottimista e una fonte quasi inesauribile di energia che investo in tutto ciò che mi entusiasma: progetti, persone, idee.
Guardiamo oltre. Quale sarà il tuo “giusto” posizionamento nel 2022 e oltre?
Sono una persona in divenire, una donna curiosa e ambiziosa, piena di interessi. Questo 2022 mi vedrà impegnata alla guida di Quindo, in docenze universitarie e in un nuovo progetto per ora “top secret”. Anche negli anni futuri, mi immagino sempre alla ricerca di nuove sfide.
Quale vorresti che diventasse la parola chiave del 2022 di chi ci ha letti sino ad ora?
Entusiasmo. Anche se stiamo vivendo un periodo oggettivamente complesso, auguro a tutti e tutte di non perdere mai l’entusiasmo per le novità, le persone, le idee e la vita.
Cinzia Ficco
La foto è di Lisa Conti.
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