Cosa significa essere radicali oggi? Qual è l’eredità di Pannella? Perché i sei referendum sulla giustizia? E chi tra Salvini e i radicali metterà la potenza di fuoco per una giustizia più giusta?
Ne ho parlato con Maurizio Turco (Taranto- ’60), eletto segretario dal Congresso degli iscritti del Partito Radicale nel luglio 2019.
Segretario, non vi soddisfa per niente la proposta di riforma Cartabia che ha ottenuto l’unanimità in Cdm? E comunque, con i sei quesiti referendari che proponete non toccate né il nodo prescrizione, né quello della giustizia riparativa né quello, connesso, della necessità di superare il carcere, ricorrendo a pene alternative.
Come abbiamo detto al momento della nomina della Professoressa Cartabia a Ministro della Giustizia, noi sottoscriviamo tutte le sue proposte, anche senza leggerle, prima di essere oggetto di modifiche da parte dei Partiti. Non lo facciamo per partito preso, ma perché ci riconosciamo in quello che la Ministra Cartabia ha detto e fatto da Presidente della Corte Costituzionale. Quindi, aldilà del merito delle proposte adottate all’unanimità del Consiglio dei Ministri, c’è un dato di fatto: una inversione di tendenza rispetto alle politiche giudiziarie degli ultimi trent’anni. Politiche che hanno patentemente e pesantemente violato la Costituzione. C’è stato un divorzio tra la Costituzione scritta e quella materiale che è urgente superare.
Cosa cambia sul capitolo giustizia con l’accordo Grillo Conte?
Non ho la palla di vetro, ma se fossero noti i dettagli dell’accordo, potrei esprimermi e i cittadini farsi una opinione. Basti il fatto che prima dell’accordo Grillo diceva di Conte che era un incapace. A meno di un miracolo…
Il Salvini che si allea ai radicali è iperpolitico come lo definisce il prof Giovanni Orsina? E chi mette sui referendum la potenza di fuoco, il Partito radicale o Salvini?
Al momento siamo alleati su di un fatto specifico, i sei referendum sulla giustizia, un processo che terminerà con il voto della prossima primavera. E’ evidente che c’è una potenza di fuoco politico organizzativa della Lega che è sotto gli occhi di tutti: 200mila firme in due fine settimana sono un dato eloquente. Noi mettiamo la nostra storia e credibilità su una iniziativa politica che perseguiamo da mezzo secolo: la prima manifestazione davanti alla Cassazione in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario è del 1969.
Concentriamoci sul quesito relativo alla responsabilità diretta dei magistrati. Se dovesse passare, non pensa che così i magistrati avrebbero difficoltà a emettere sentenze di condanna?
La responsabilità diretta del chirurgo lo condiziona nel decidere se e come operare? E così per tutti coloro che hanno una qualsiasi attività. Mentre potrebbe aiutare alcuni magistrati ad essere più rispettosi della Costituzione e della Legge.
Chi deve temere i vostri referendum? Ci sono magistrati che sottobanco vi hanno garantito l’appoggio? Chi vorreste come sponsor?
Chi sostiene i referendum ci mette la faccia. Non siamo certo noi che facciamo operazioni sottobanco, che oltretutto sono inutili se non dannose. I nostri sponsor sono i cittadini che chiedono di firmare. Rispetto al passato c’è un fatto nuovo. Finora facevamo gli appelli ai cittadini perché firmassero, oggi l’appello è a raccogliere le firme dei tanti che vogliono firmare.
Pensa che qualcuno dell’associazione Luca Coscioni, guidato da Marco Cappato, fuoriuscito dai radicali, appoggerà i vostri referendum? E lei appoggerà il loro referendum sull’eutanasia legale?
Il Partito Radicale è impegnato sui referendum giustizia giusta perché da alcuni decenni siamo convinti che sia la più grande questione sociale del paese. D’altronde qualsiasi questione ha come punto di caduta ultimo la giustizia. Noi non abbiamo una disciplina di Partito, probiviri, commissioni etiche; e ciascun iscritto è libero di far quello che crede.
Pensa che il Partito radicale e il gruppo di Marco Cappato, con i suoi circa 3mila iscritti, torneranno insieme?
Al Partito Radicale si può iscrivere chiunque e nessuno può essere espulso.
Pannella ha lasciato un’eredità pesante. Che significa oggi essere radicali? Siete solo voi i suoi eredi autentici?
Come ci ha insegnato Pannella un partito non si eredita, lo si costruisce e lo si costruisce con l’iniziativa politica. Per come è organizzato il Partito Radicale non può subire scissioni, l’iscrizione è annuale, si può iscrivere chiunque, nessuno può essere espulso e tutti gli iscritti votano in Congresso. Al limite uno non si iscrive per l’anno successivo, poi magari si iscrive l’anno dopo. Come abbiamo sempre detto, un radicale lo si riconosce dal fatto che è iscritto al Partito Radicale: una persona che versa del denaro al Partito perché è consapevole che, come ricordava Marco citando Niccolò Carandini non c’è professione di fede senza l’obolo di uno scellino. Dopodiché il Partito Radicale non è ideologico, ma stabilisce i propri obiettivi nel congresso e su quello ci si associa. Non ci sono scorciatoie, o meglio sono false scorciatoie, illusioni che portano altrove. E’ assodato scientificamente: abbiamo mezzo secolo di storie personali che iniziano radicali e si disperdono nel deserto politico del regime italiano.
Nel suo ultimo libro il prof Giovanni Orsina ha detto che dopo il tramonto dei partiti novecenteschi, ci sono due modi per gestire il potere e fare politica: con il vaffa o puntando su singole questioni, temi civici e su questo, come diceva Augusto del Noce, il Partito radicale è stato sempre vincente. Il Pd ci sta provando, ma è una fatica inventare temi sempre nuovi. E’ d’accordo, ci sarebbe un modo alternativo di fare oggi politica e chi ci prova è bravo quanto il Partito radicale?
Rispetto a quello che resta dei partiti il nostro modo di organizzarci è una alterità, oltre a rappresentare una alternativa. Una delle caratteristiche del Partito Radicale è quello di aver scelto il metodo di lotta nonviolento e di avere una dimensione politica transnazionale e transpartita perché le grandi questioni del nostro tempo, a cominciare da quelle del diritto, della democrazia, dell’ecologia non hanno confini, non si fermano davanti a nessuno frontiera, sia essa geografica o politica. Ed è un partito che dal 1989 ha previsto che non si può presentare alle elezioni in quanto tale. Questo ci permette di raccogliere sui diversi tempi persone delle più diverse famiglie politiche.
One Ping
Pingback:I sei quesiti sulla giustizia e l’eredità di Marco Pannella. Parla Maurizio Turco, segretario dei radicali • PARTITO RADICALE Nonviolento Transpartito Transnazionale