in

ALTOPALTOP

Mino Dinoi: Bene il decreto rilancio per le Pmi, ma ora è tempo di semplificare. Per l’autunno un Piano B

“Se fosse arrivato un mese fa non avremmo bloccato il Paese, ma rappresenta una boccata d’ossigeno. Misure sufficienti? Sì, ma ad una condizione: che si arrivi subito ad una semplificazione amministrativa e fiscale”.

Così sul Decreto Rilancio, Mino Dinoi (Manduria, ’77), presidente di Aepi, la Confederazione che con 31 associazioni imprenditoriali rappresenta 300mila imprese, 12mila professionisti ed è presente in 18 consigli delle Camere di commercio italiane. 

Dunque, misure che tutto sommato vi soddisfano. Molti hanno visto nel decreto solo un mosaico di interventi a pioggia, dati per consenso politico, senza una visione, una programmazione per il futuro.

Non esiste il Decreto ideale, perfetto. I soldi a pioggia in questo momento delicato, di grande scoramento, servono. Servono appunto per rilanciare il Paese. Siamo soddisfatti delle risorse a fondo perduto da 1000 euro a 50 mila per le aziende in crisi, degli sconti Irap, della possibilità di ricapitalizzazre piccole aziende. Anche sulla responsabilità penale del datore di lavoro in caso di Covid, ha fatto chiarezza l’Inail. Il decreto va nella direzione giusta ma, come ho già detto, è necessario procedere ad una riforma attesa da due decenni dagli imprenditori: la semplificazione fiscale e amministrativa. Un tema, peraltro, già sollevato da Aepi con una memoria indirizzata qualche mese fa al ministro degli Esteri, in cui si fa preciso riferimento allo studio della Tax Foundation, che ha posizionato l’Italia al 34° posto su 40 Stati nell’indice internazionale di competitività fiscale 2019. Un dato che richiede in modo urgente e non più rinviabile la necessità di attuare le attese semplificazioni fiscali, anche rispetto ai settori di import-export per il produttore del made in Italy. Per questo confidiamo nel decreto semplificazione, annunciato dal Presidente del Consiglio, Conte. Serve un atto di coraggio da parte del Parlamento. E anche da parte delle opposizioni. Non è importante il come, ma che a questo risultato si arrivi. Nel frattempo, ci sarà da capire se nell’iter parlamentare tra i vari decreti attuativi ed emendamenti il decreto da 55 miliardi in deficit rimanga effettivamente invariato e se ci saranno le coperture. Secondo la Confederazione, tra settembre e ottobre si potrebbe anche valutare l’ipotesi di condono in base ad un’analisi dei mesi precedenti. In caso di difficoltà, questa misura potrebbe rispondere ad un duplice obiettivo: aiutare gli imprenditori e, contestualmente, consentire allo Stato di fare cassa.

Pensa che il decreto sia arrivato in tempo utile o che in alcune zone d’Italia sia stata più veloce la mafia?  

Va detto che, in ordine di tempo, questo è l’ultimo e ci sono stati già altri provvedimenti. Ma era atteso per aprile e, in situazioni di emergenza come questa, occorre fare prima possibile. Se fosse arrivato prima, appunto un mese fa, forse non avremmo bloccato il Paese. O meglio: lo avremmo bloccato per contenere la propagazione del virus, ma avremmo avuto in anticipo quelle misure attese da famiglie e aziende. Si è sentito di casi di suicidio da parte di qualche imprenditore. Segno che siamo in grande difficoltà. E molte altre storie sfuggono alla cronaca e alla nostra attenzione. Ma è anche vero che dovevamo privilegiare la salute della collettività. Con il senno di poi è facile ragionare. Ma ora non dobbiamo perdere più tempo perché in alcune zone il tessuto economico è lacerato. Per questo le misure economiche devono arrivare presto. Ci si deve muovere per ricostruire il punto zero e da lì ripartire. Sarà difficile.

Una mano arriverà dall’Europa. Che ne pensa?

Se allude al Mes, le dico in tutta sincerità che non mi convince. E’ sempre un debito.

Ma con interessi vicino allo zero e senza condizioni, se non la semplice destinazione dei fondi alle spese sanitarie dirette e indirette! In caso contrario, perderebbe la protezione della Bce, facendo aumentare l’instabilità finanziaria e quindi i costi per l’economia del Paese

Sì, ma non sarà facile restituirlo in dieci anni e ci costerà di più.  Per il resto, è ora che dopo aver ricevuto, l’Ue cominci a dare.

Cosa pensa dei 3 miliardi per Alitalia?

Intanto dobbiamo capire se vogliamo o no una compagnia di bandiera. Poi, non mi scandalizza l’idea di aiutare Alitalia in questo momento. Il problema è un altro: cambiare la sua governance. Sono per una cogestione pubblico – privato. Gli stranieri? Cerchiamo in Italia, ne abbiamo di gente valida.

Un tic leggermente nazionalista, il suo. Capitani italiani e davvero coraggiosi ce ne sono davvero?

Bisogna cercarli.

Lei è pugliese. L’emergenza sanitaria ha complicato la situazione economica al Sud e cosa pensa della proposta lanciata dall’Osservatorio banche imprese del Sud di trasferire nel Mezzogiorno le attività produttive del Nord?

Intanto, la situazione al Sud dal punto di vista economico non è delle migliori. E il Covid, colpendo il Nord sia dal punto di vista sanitario, che economico, ha atterrato di conseguenza anche il Mezzogiorno. Ma credo non ci sia niente di più sbagliato dell’idea di far dipendere il Sud dal Nord che ha una velocità e fonti di ricchezza diverse. Il Sud ha bisogno di un piano di promozione delle sue risorse, che non stanno nella industria pesante, ma nel turismo e nell’enogastronomia. Non dobbiamo né copiare, né dipendere dal Nord.

Immaginiamo nuovi focolai in autunno, un altro lockdown. State cominciando a pensare ad un piano B?

Purtroppo questo è un timore che, a quanto ci dicono gli esperti, potrebbe essere fondato. In una situazione come questa, un piano B potrebbe in qualche modo essere il condono. Sicuramente da settembre in poi sarà possibile fare un bilancio più approfondito delle conseguenze di questa crisi per comprendere effettivamente chi sono i ‘sopravvissuti‘. Senza dimenticare un altro punto fondamentale per lo Stato: quello della copertura finanziaria. Ecco perché non va esclusa l’ipotesi di una valutazione di questo strumento, attraverso un’analisi dei mesi precedenti. Condono per le imprese significa una boccata d’ossigeno e per lo Stato ricevere entrate. 

Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Loading…

0

Commenti

0 commenti

What do you think?

Written by Cinzia Ficco

Covid19: Le undici lezioni (cinesi) per salvarci. Parla Francesco Grillo

“Il Covid19 sui bambini? Nessuno strascico, se sapremo rassicurarli. Il Paese parecchio indietro sulla telemedicina”. Andrea Guzzetta, neuropsichiatra infantile