L’arte, in particolare, la bellezza dei capolavori del mondo classico, espressione di armonia ed equilibrio, la ragione per resistere, ma anche la spinta per liberarci dalla cappa di malinconia e smarrimento di senso di questi tempi di pandemia.
Ne è convinta Paola Mainetti, vicepresidente della Fondazione Sorgente Group www.fondazionesorgentegroup.com che dichiara: “Purtroppo il momento è molto triste e molto difficile, ma credo che il Paese riuscirà con tutte le risorse che possiede a superare la fase critica durante il 2021. La ricostruzione dei danni, provocati dal Covid, non sarà immediata, ma il patrimonio artistico che possediamo è un pilastro fondamentale per la nostra economia e, se sapremo sfruttarlo al meglio, potrà dare grandi risultati. Ho sempre pensato che i collezionisti privati potessero fare molto per sostenere le istituzioni. Questo è il momento opportuno per provare. Sarà necessario senz’altro un loro contributo di idee per rilanciare soprattutto i progetti di mostre rimasti nel cassetto”.
Nata e vissuta a Roma, sin da ragazza Paola ha sempre manifestato una sensibilità spiccata per le materie pedagogiche ed umanistiche. Attratta dalla cultura e dalla lingua francesi, ha conseguito un master in Scenografia Teatrale e Cinematografica, e seguito corsi per specializzarsi sull’utilizzo dei marmi antichi e contemporanei in architettura.
Paola, come si è avvicinata all’arte?
Sono sempre stata interessata all’arte. Sono cresciuta con l’idea che il bello, inteso anche come rispetto del bene comune, possa migliorare la nostra esistenza e diventare una chiave di lettura e comprensione della realtà. Così mi sono dedicata ad aspetti artistici, ad attività di valorizzazione del patrimonio, tanto che questa inclinazione è diventata poi un lavoro. Con mio marito, Valter Mainetti, ho contribuito a collezionare opere d’arte di pittura e scultura antica per la Fondazione Sorgente Group, che ha iniziato l’attività a Roma nel 2007 ed è sostenuta dal nostro gruppo finanziario-immobiliare Sorgente Group Italia. Inoltre, ho continuato a curare anche la Collezione di famiglia, nata negli anni Trenta e denominata oggi Collezione M. (Mainetti). Uno dei momenti più belli per me in questi anni di incessante ricerca di opere, è stato quello della scoperta sul mercato antiquario della scultura che ritrae il volto del bellissimo Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Augusto e Caio Claudio Marcello,discendente dall’antichissima famiglia Claudia. Augusto, privo di figli maschi, adottògiovanissimo l’amato nipote, designandolo come suo erede e lo unì in matrimonio asua figlia Giulia.Il nostro Marcello è stato apprezzato in moltissime mostre organizzate in Italia eall’estero, emergendo decisamente, fra gli altri ritratti della stirpe augustea.
Perché la passione per il mondo classico?
Il mondo classico ha sempre tutte le risposte che cerchiamo: l’arte classica ha raggiunto livelli di perfezione artistica in scultura e architettura, lasciando un insegnamento alle generazioni future. Penso che non si possa prescindere dalla conoscenza e dall’ammirazione di quelle opere per comprendere l’evoluzione della storia dell’arte fino ai nostri giorni.
Quanti pezzi conta la vostra collezione? E quale quello a cui è più legata?
Le collezioni della Fondazione Sorgente Group e della Collezione Mainetti, di cui la Fondazione ha la curatela scientifica e di valorizzazione, raccolgono opere archeologiche di epoca greca e romana, dipinti antichi dal XV al XX secolo e alcune sculture del XX secolo, raggiungendo circa seicento esemplari, scelti con grande interesse e attenzione per il loro valore culturale e quale testimonianza della nostra identità nazionale. Inoltre, la Fondazione Sorgente Group e la Collezione Mainetti, insieme, possiedono la più numerosa raccolta privata di dipinti del Guercino. Nella scelta delle opere la guida più valida sono spesso le emozioni e la sensibilità, che permettono di creare un’empatia ed un legame eterno con una certa scultura o un determinato dipinto. Ad esempio, il dipinto della Diana Cacciatrice, continua ad emozionarmi, non solo per l’incredibile maestria del Guercino nel dipingerlo, ma per la figura femminile, leggiadra e coraggiosa, accompagnata dal suo fedele cane.
La vostra collezione ha suscitato interessi di qualche collezionista estero?
Più di una volta in sede di asta ci siamo ritrovati a competere con istituzioni estere per l’acquisto di sculture romane che desideravamo far rientrare in territorio italiano e restituire al patrimonio nazionale. Spesso siamo riusciti in questo intento e ne abbiamo dato risalto, organizzando mostre con importanti istituzioni museali romane. Per alcuni anni abbiamo esposto parte della nostra collezione di glittica ( l’arte dell’intaglio e dell’incisione di gemme o pietre dure) – e gioielli antichi al Metropolitan Museum of Art di New York. I nostri progetti si muovono sempre nella più ampia collaborazione con le istituzioni estere. Per esempio, nel 2020 abbiamo esposto due tigri romane della nostra collezione a Basilea, per la mostra Gladiatori. La vera storia.
Che senso dà l’arte alla sua vita? C’è un progetto, legato alla Fondazione, di cui è particolarmente fiera?
L’arte è il motore del mio lavoro e quindi direi che permea interamente la mia vita. Quanto, al progetto, sì, ce n’è uno, che è stato una sorta di ricostruzione. Questo me lo rende ancora più prezioso. Tra il 2013 e il 2014 il mio team e la Mizar del fisico Paco Lanciano hanno lavorato alla mostra intitolata Athena Nike: la vittoria della dea. Marmi greci del V e del IV secolo a.C. della Fondazione Sorgente Group”, inaugurata nello Spazio Espositivo Tritone. L’installazione tridimensionale ricostruisce virtualmente la statua, integrandone le parti mancanti e facendola rinascere. La scultura si anima dinanzi ai nostri occhi. Recuperata dall’oblio del tempo in tutta la sua bellezza e integrità. Grazie a proiezioni di sfondo viene inserita nel suo contesto originario della Grecia classica della seconda metà del V secolo a.C, l’età della democrazia ateniese di Pericle e della costruzione del Partenone. L’installazione si basa sull’accurato studio delle ipotesi ricostruttive e iconografiche della scultura del Professor Eugenio La Rocca.
Pensa che l’arte possa avere un ruolo particolare in questo momento difficile per il Paese?
Certo. Il patrimonio artistico che possediamo è un pilastro fondamentale per la nostra economia. Da lì dobbiamo partire.
“La cultura è il vettore essenziale per la promozione del sistema Paese, dei territori, delle tecniche, dell’innovazione. E’ il volano della ricchezza di una nazione baciata dalla bellezza, dall’arte e dalla tradizione culturale nel corso di una storia millenaria, e in quanto tale, capace di rinnovarsi e proiettarsi nel futuro con soluzioni innovative, ardite, eleganti, che grazie al made in Italy portano la cultura, la bellezza, il paesaggio, l’arte, la storia italiana, lo stile e il gusto di vivere all’ italiana nel mondo intero”. Sono le parole di Marina Valensise, ex direttrice dell’Istituto di cultura italiano a Parigi, in una intervista rilasciata alcuni anni fa a Tipitosti.it. Come spiegare che di cultura, quindi di arte, si può mangiare?
Le parole di Marina Valensise sono molto condivisibili. Forse il nostro Paese deve solo cominciare a crederci davvero. Dobbiamo augurarci che il Governo persegua questo indirizzo.
Provi a mandare un messaggio al Ministro dei Beni Culturali. Superata la fase pandemica, quale dovrebbe essere il primo intervento, il primo progetto soprattutto per avvicinare le nuove generazioni all’arte?
Al Ministro Dario Franceschini ricorderei innanzitutto la crisi e il grande vuoto che ha creato la fase pandemica, per cui nella fase successiva di ripresa bisognerà realizzare eventi di richiamo e riavvicinamento al Museo, prima di tutto come luogo sicuro, e poi come possibilità di riscoperta e rinascita del settore culturale per i cittadini prima e per i turisti poi. Speriamo riprendano e si intensifichino le iniziative come Musei in Musica e la Notte dei Musei, eventi per i quali anche il nostro Spazio Espositivo Tritone ha sempre accolto numerosivisitatori, molti dei quali giovanissimi, attratti dalla possibilità di visitaregratuitamente e fino a tardi gli spazi espositivi.
Cosa si augura per il 2021?
Mi auguro prima di ogni cosa che la campagna di vaccinazione per il Covid-19 funzioni, poi che si possa tornare ad una vita serena, quindi senza più paure e inquietudini, perché con questi sentimenti non è possibile creare speranze e valore. https://paolamainetti.com
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