Attività in campo e tecnologie smart a basso impatto ambientale per tutelare la biodiversità. Tutto questo con il progetto BEST, del programma Interreg Grecia-Italia, che prevede studi e attività di monitoraggio su scala regionale, anche rispetto alle specie aliene presenti sul territorio. La prima azione pilota interessa il Mar Piccolo di Taranto e l’area tra Polignano a Mare, Monopoli, Fasano e Ostuni; la seconda il Salento. Proprio da Taranto, sono partiti gli Infoday sul progetto. Si è tenuto, a tal fine, un incontro nella sede dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro in via Duomo allargato a istituzioni locali, associazioni ambientaliste, ordini professionali, studenti, associazioni di categoria, mondo accademico e cittadini.
Nelle aree di progetto sono previste attività di studio e ricerca in campo e l’installazione di strumenti di monitoraggio da remoto della biodiversità come telecamere, sensori e fototrappole che potranno fornire informazioni utili per valutare l’andamento dell’evoluzione della biodiversità ed intervenire in caso di criticità e minacce. Le informazioni acquisite dalla rete di monitoraggio unitamente a quelle del sistema Copernicus, oggi a disposizione della comunità tecnico-scientifica grazie agli sforzi comunitari, ed ai risultati delle analisi specialistiche permetteranno una visione completa e in tempo reale volta ad evidenziare l’evoluzione spaziale e temporale dello stato di salute delle aree pilota e a guidare i portatori di interesse ad una gestione del territorio basata su un quadro conoscitivo robusto.
A realizzare il progetto BEST, attraverso la cooperazione transfrontaliera tra Grecia e Italia, il Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana della Regione Puglia, la Regione delle Isole Ionie (capofila), la Regione dell’Epiro e la Regione della Grecia Occidentale. «La biodiversità- ha commentato l’assessora all’Ambiente della Regione Puglia Anna Grazia Maraschio– non è solo essenziale per il pianeta, ma anche per la nostra sopravvivenza e il nostro sviluppo sociale ed economico. Oltre ai diversi Servizi ecosistemici che ci fornisce come la depurazione dell’aria e dell’acqua, l’impollinazione, la fertilizzazione del suolo e la regolazione del clima, la biodiversità è un valore culturale ed identitario che va preservato, perché ha concorso, nel corso dei secoli, a rendere il nostro paesaggio uno scrigno di bellezza e di ricchezza. Una biodiversità che è a rischio per tante ragioni che hanno a che fare con l’irresponsabilità di un modello di crescita e di sviluppo economico che considera l’ambiente come una docile preda. Noi, invece, vogliamo ripartire dall’amore e dalla cura per il nostro territorio. Per questo il tema della biodiversità mi è molto caro ed è uno degli argomenti principali della mia agenda politica. Il Progetto BEST, sfruttando il valore aggiunto della cooperazione con la partnership greca, consentirà alla Regione Puglia di sviluppare un significativo patrimonio di conoscenze che saranno determinanti per la programmazione e lo sviluppo delle politiche regionali in tema di biodiversità e per l’attuazione degli obiettivi della Strategia 2030. Un progetto che ci consentirà di definire protocolli innovativi, buone pratiche replicabili e, soprattutto, azioni concrete di protezione e ripristino di alcune specie a rischio».
Proprio in un’ottica di collaborazione tecnico-scientifica, s’inserisce anche l’accordo sottoscritto nell’ambito del progetto BEST tra Regione Puglia e Comune di Taranto per l’installazione di sistemi di monitoraggio. «Il Mar Piccolo- ha sottolineato l’assessore all’Ambiente del Comune di Taranto, Paolo Castronovi– è uno degli asset fondamentali del programma Ecosistema Taranto per un nuovo modello di sviluppo economico e sociale della città. Sul lato naturalistico è uno straordinario scrigno di biodiversità, basti pensare ai fenicotteri e agli aironi, ma è anche un ecosistema che, soprattutto nel primo seno, nel passato ha subito una presenza antropica non sempre rispettosa dell’ambiente. Per questo l’azione dell’Amministrazione comunale è tesa da un lato a tutelare l’ecosistema Mar Piccolo e, da un altro, a valorizzarlo mettendo in luce le sue straordinarie potenzialità, penso ai numerosi attrattori turistici, mettendo tutto a sistema».
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