Una decina di telefonate ai contatti che aveva costruito in quindici anni di lavoro stimato e ben retribuito – interrotto senza spiegazioni e in modo inaspettato – e dopo qualche settimana si è ritrovata alla guida di una società – in Italia pioniera nella consulenza della medicina del sonno – che quest’anno ha fatturato 7 milioni e mezzo di euro, 500 mila in più rispetto all’anno scorso e che conta 35 dipendenti.
“Ricordo bene il viaggio di ritorno da Milano a Torino che feci quel giorno dopo la notizia improvvisa del licenziamento – ci racconta Renata Enriù, 53 anni, torinese, una laurea in Chimica e Tecnologie farmaceutiche – Non riuscivo a comprendere perché la nuova dirigenza della multinazionale francese, per cui avevo lavorato dal ’95, avesse deciso di tagliare il mio posto. Ero stata gratificata tante volte per come avevo gestito la mia attività nel commerciale, ma evidentemente non bastava. Sarà stato a causa della crisi che quell’anno – era il 2009 – colpì l’economia mondiale, o forse perché non ero e non sono una persona disposta a dire sempre sì senza capire Non so. Era chiara solo una cosa: avevo perso un lavoro stimolante e formativo ed ero molto arrabbiata. Arrivata a casa cominciai a fare chiamate, una decina in 24 ore, decisa a non mollare. Mi arrivarono subito quattro offerte, ma presi in considerazione solo una proposta che avevo ricevuto per caso qualche giorno prima del licenziamento da amici francesi, a cui non avevo dato la giusta importanza. Mi avevano proposto di mettere su una società di consulenza dei problemi del sonno. Non persi tempo. Iniziai a studiare perché non avevo esperienza nel creare e gestire un’azienda da zero! In pochi mesi è nata Respiraire (www.respiraire.it) di cui sono socia al 49%, la prima che nel settore privato offre esclusivamente consulenza tecnica e specialistica di neurofisiopatologi ai medici che curano i disturbi respiratori del sonno. Detta così sembra facile, ma all’epoca ci siamo formati e investito tempo oltreché risorse economiche per dotarci di tecnologie all’avanguardia e istruire tecnici in un settore della medicina ancora oggi aperto ad innovazioni e in italia poco sviluppato. Tengo a sottolinearlo perché attualmente ci sono 4 milioni di persone non diagnosticate, né trattate che potrebbero avere un sonno non regolare e sviluppare malattie importanti. Non dormire bene può portare a incidenti sul lavoro, stradali, o essere la causa di obesità e problemi a livello cardiocircolatorio. E anche in questa fase, chi ha già problemi di carattere respiratorio, appunto per disfunzioni che spesso hanno una origine genetica, è più esposto a complicazioni da Covid. Studi stanno portando avanti anche la correlazione sonno irregolare e Alzheimer e disturbi comportamentali. E’ un campo da battere, a cui la sanità dovrebbe dare la maggiore peso”.
L’azienda, con sede legale a Torino, lavora anche con il Servizio Sanitario Nazionale, ma è nel privato che vorrebbe crescere ancora. Conta varie sedi distaccate a Milano, in Friuli Venezia Giulia, Roma e Napoli. Si pensa di aprirne una in Sicilia.
Renata, che è Direttore Generale di Respiraire, racconterà la sua storia il 15 dicembre prossimo al TdXTorino (Think.her – dedicato al pensiero che si fa donna), evento realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, dedicato al pensiero al femminile.
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