Quindici centimetri in meno. La malattia l’ha rimpicciolita e la costringe a camminare con un bastone. E lei? Ride. Ride e vuole far ridere. Tanto che ha scritto un libro di barzellette in rima.
“La vita è meravigliosa – dice Maria Sicari – e ora che sto meglio, sento di gridarlo spesso. Vivo cercando di seminare il mio entusiasmo. Ho rischiato di morire e per tre anni mi sono spostata su una sedia a rotelle. Cosa vuoi che mi importi dei centimetri persi o del bastone? Respirare, camminare, amare, ci sembrano scontati. Ma qualche volta proviamo a pensare che, vivendo, compiamo un miracolo. Io lo faccio sempre. Per questo rido. Sento che non mi manca niente. Ogni giorno ringrazio il cielo, mia sorella Floriana e la musica, di esserci”.
Siciliana, di Caltanissetta, classe ’57, una laurea in pianoforte e composizione di musica corale e direzione di coro, Maria, tosta lo è sempre stata, in realtà. E’ stata la prima direttrice d’orchestra in Sicilia e una delle prime in Italia. E la sua prima prova non è stata per niente facile.
“Ho esordito nel 1981 – racconta – con una composizione di Mozart. Venti minuti di tensione in cui dovevo fare in modo che l’orchestra inseguisse il solista. Ho iniziato al termine di un Master e solo perché l’allievo che avrebbe dovuto dirigere, non si presentò. Mi feci avanti io. Il maestro si sorprese. Ci provai e fu un successo. Studiavo tanto, anche perché in famiglia sono cresciuta a pane e musica. Mio padre, magistrato, aveva una voce da tenore meravigliosa. Pensa che Beniamino Gigli voleva portarlo con sé in America. Ma lui a 21 anni vinse il concorso per diventare magistrato. E un po’ per amore della mia mamma, un po’ per lavoro, rimase in Italia. La passione per la musica l’abbiamo ereditata in nove tra fratelli e nipoti. Io e mia sorella Floriana abbiamo anche messo su una compagnia operettistica in Sicilia. Ora sono in pensione, ma ho diretto anche sulla sedia a rotelle in tutta Italia. E non puoi immaginare quanto sia stato difficile per me, donna, del Sud, affermarmi. Ho dovuto combattere anche con mio marito, che, qualche resistenza su questo mio lavoro, l’ha sempre avuta”.
Maria comincia ad occuparsi di musica grazie al maestro Luigi Marchese, violoncellista al TeatroMassimo di Palermo.
“Mi disse – racconta – che quando suonavo gli sembravo un’orchestra. Per questo mi propose nel 1981 di dirigere un piccolo gruppo da camera di archi. Da quel momento mi interessai alla direzione d’orchestra. Conobbi il maestro Franco Ferrara che rimase colpito dalla mia direzione dello Stabat Mater di Pergolesi. Con lui continuai a studiare fino alla sua morte. Con il maestro Piero Bellugi a Palermo diventati l’unica donna a dirigere l’orchestra sinfonica – settantatonove elementi – del Conservatorio di Trapani. Poi mi dedicai alla composizione. E pubblicai il mio cd Pensieri in musica con la Fonit di Milano. Nel 1999 vinsi il Primo premio assoluto al Concorso di Composizione Bernardino Giuliana”.
Dopo alcuni anni, già malata, Maria si scopre scrittrice, soprattutto, umorista. Vince vari concorsi nazionali fra cui il Primo premio del Concorso Sabina Guzzanti a Roma e l’Oscar della poesia a Frassino con Canto D’amore, dedicato a suo padre, che è morto nel 2006 e che continua a sognare ogni notte.
“Lo devo alla mia malattia – spiega- che ha cominciato a tormentarmi nel ‘91, quando ho deciso di operarmi perché pesavo 106 chilogrammi. Ne ho persi cinquantatré in tre anni, perché non riuscivo più ad assimilare vitamina D. Dopo anni di indagini e dopo aver speso circa 40 mila euro tra visite mediche e medicine, ho scoperto cosa ha consumato le mie ossa. E’ stata dura vedermi rimpicciolita. Oggi sono alta 1,46 centimetri. Ma mi importa poco. Sono tornata a vivere. Rido e riesco a far ridere. La vita è davvero meravigliosa per abbandonarsi alla tristezza. Con l’amore di mia sorella Floriana e la musica, ce l’ho fatta. Sì, cammino con il bastone, ma ci sono, nonostante sia caduta una volta dalla sedia a rotelle, rompendomi il femore destro, tutte e due le anche, otto costole, due vertebre e due dita, e abbia rischiato di far fermare il cuore, per mancanza di calcio. Questo è quello che conta. E che mi ha spinta a scrivere: Così fan tutte… più ridere (Edizioni Elettra Caltanissetta), un libriccino di barzellette in rima, scritte un po’ in italiano, un po’ in siciliano e alternate a racconti umoristici, premiati in concorsi letterari nazionali e rebus musicali, che ho creato e disegnato. Come compositrice ho avuto le mie soddisfazioni. Aspetto di sapere se me la cavo ancora con le mie battute”.
Maria ha ancora un sogno: scrivere la colonna sonora di un film di Tornatore. Volere è potere.Chissà. Mi lascerò guidare dall’amore per la musica, come ho sempre fatto e come mi ha insegnato il mio papà”.
Cinzia Ficco
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