Un incidente stradale, la paralisi delle gambe e un sogno che si avvera.
E’ successo a Roberta Macrì, nata nell’88 a Barcellona Pozzo di Gotto (Messna) che, nonostante la carrozzella, fa la ballerina. L’ha sempre desiderato.
“Tre anni fa – racconta – una disgrazia mi ha insegnato a vivere una seconda vita. Erano le 4 e 20 del 14 agosto. Mentre tornavo da una serata trascorsa con amici, ho avuto un incidente stradale. Eravamo in quattro, andavamo a 90 chilometri l’ora e parlavamo della serata appena trascorsa, quando abbiamo visto i fari di una macchina che si avvicinava a grande velocità. L’auto ci ha tamponati e sbattuti fuori della macchina. Io ho fatto un volo di dieci metri. Dopo un breve stato di semi-coma, mi sono ritrovata lungo la corsia d’emergenza. Le gambe non si muovevano più. Sono stata trasportata prima all’ospedale di Milazzo in ambulanza, poi con l’elisoccorso al Policlinico di Messina dove con un intervento hanno cercato di riassestare le mie vertebre. Ho subito anche un trauma al midollo spinale, ma per questo problema non si può intervenire neanche oggi. Dopo otto giorni sono stata trasferita nel centro spinale di Montecatone, vicino Imola. Ci sono rimasta sei mesi per la riabilitazione e per imparare a vivere questa nuova vita. Intanto è arrivata la conferma della mia paraplegia. E’ stato abbastanza duro accettarlo. Un po’ l’avevo intuito e cercavo di farmene una ragione.
L’hai trovata?
In quei sei mesi ho sempre avuto al mio fianco mio padre, che mi ripeteva continuamente: ”Ce l’abbiamo sempre fatta e ce la faremo insieme, anche questa volta”. Vedere ragazzini in situazioni peggiori mi ha aiutata tanto. Sono stata fortunata. L’impatto con la carrozzella non è stato traumatico. Per tre mesi sono rimasta immobile a letto, quindi sedermi e spostarmi con le rotelle mi ha fatto sentire di nuovo autonoma. Sembrerà strano, ma, quando mi hanno sistemata sulla carrozzella, ho sentito di poter ricominciare.
Poi cosa è successo?
Ho iniziato a documentarmi su quello che si può fare stando seduti su una carrozzina. Ho trovato su youtube video di persone disabili che danzano. Un entusiasmo, una gioia! Avrei potuto finalmente realizzare un sogno: danzare. Lo desideravo da quando ero una bambina. Dopo quattro mesi ho lasciato l’ospedale. Subito alcuni amici hanno organizzato una serata sulla danza. E sai cosa ho fatto? Mi sono proposta per una esibizione. La mia dea è stata subito accolta. Con un amico coreografo e il mio primo partner Simone Vasquez ho realizzato un balletto in carrozzina, che ho registrato e caricato sulla Rete. Volevo mandare un messaggio un messaggio chiaro: le gambe immobili non ci possono fermare. Sai, tanti non riescono ad accettare la disabilità, la vivono come un’umiliazione. In tanti hanno trovato nelle mie parole la forza per ripartire. Ho continuato a danzare. Mi hanno aiutata altri partner, come Alessandro Coco ed il maestro Salvatore De Mariano, che ha curato le mie due ultime coreografie. Frequento la sua scuola di danza già da un anno. E mi sono iscritta anche ad un corso di zumba.
Nella tua vita non c’è solo la danza.
Nel luglio 2012 con alcuni amici tra cui Melangela Scolaro, avvocato, ho fondato un’associazione, di cui sono vice-presidente. Si chiama ”Contro tutte le mafie Paolo Vive” e ha come scopo quello di lottare contro ogni tipo di discriminazione. Abbiamo organizzato molte iniziative. E poi c’è la musica. Con il gruppo musicale ”Atmosfera blu” ho ispirato una canzone che racconta la giornata tipo di una persona in carrozzina. Si intitola ”Lei che”, https://www.youtube.com/watch?v=QL1vWFt5BF8. Insomma, mi sento viva e ho molti progetti. Uno su tutti: cercare di aprire, anche se di poco, tante menti ottuse, che si ostinano a sopravvivere. Dico sempre: proviamo a liberarci di tanti pregiudizi e impariamo a godere di ogni istante, perché ogni istante può riservare belle sorprese. Andiamo avanti, amiamoci per quello che siamo.
F.V.
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