Una vita ad “idrogeno” e per mondo, una tavola periodica degli elementi. Il futuro lo vede così. Un idealista? Sì, e ci può stare, visto che ha diciannove anni. Ma, soprattutto, un chimico. Un’eccellenza di chimico. Tanto che la formula di acido nitrobenzoico – che ha sintetizzato a Parigi al liceo Pierre-Gilles de Gennes, a luglio scorso, per la prova pratica delle Olimpiadi di Chimica, giunte alla cinquantunesima edizione – gli ha fatto vincere una medaglia d’argento.
Il genio dei sali e delle ampolle italiano, che il 22 ottobre prossimo sarà riconosciuto da Sergio Mattarella Alfiere del Lavoro, si chiama Giovanni Pellegrino, è nato a Noci e ha studiato all’ITT (Istituto Tecnico Tecnologico Luigi dell’Erba) di Castellana Grotte. Siamo a pochi chilometri da Bari. La sua chimica per la chimica è nata il primo anno di scuola superiore. Grazie al suo professore, che lo ha avvicinato a questa materia in modo divertente.
“Tanta teoria – ci dice Giovanni – ma anche tanta pratica. Un giorno mi chiese di partecipare con altri tre compagni di scuola ad una gara regionale che si tenne al Dipartimento di chimica dell’Università di Bari. Ricordo che la circolare sulle modalità di partecipazione arrivò a poche ore dalla gara. Quindi nessuna preparazione, e soprattutto, poca ansia. C’era pochissimo tempo per pensarci”.
In quell’occasione Giovanni arriva secondo. L’anno successivo, nel 2016, vince la medaglia di argento alla finale nazionale di Frascati.
Nel 2017 arriva il Premio Paradiso della SCI Puglia. Risulta il miglior studente del terzo anno. Si classifica al secondo posto nei Giochi della Chimica, a livello regionale.
L’anno scorso, la medaglia di argento alla finale nazionale di Roma. E ancora, supera in modo brillante la Gara Nazionale di Chimica fra Istituti Tecnici svoltasi a Genova.
Poi il bronzo alla 50esima edizione delle Olimpiadi Internazionali della Chimica di Praga e Bratislava.
Quest’anno la medaglia di oro alla finale nazionale di Roma, che ha sfiorato per tre punti alle Olimpiadi di Parigi dove ha rappresentando l’Italia con altri tre ragazzi di Verona, Gragnano e Treviso. Nei dieci giorni in Francia ha tenuto due prove: una pratica il quarto giorno, l’altra teorica il sesto.
Qualche giorno fa si è iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bari soprattutto pensando agli sbocchi lavorativi.
“La chimica – spiega – vorrei tenermela come passione. Come si fa a non amarla, dal momento che solo la chimica ti spiega come funziona il mondo? Tutto è chimica, persino le nostre emozioni. Vorrei rimanere in Puglia, o al massimo fare esperienza all’estero e tornare, specializzarmi in nanotecnologie e fare studi sull’idrogeno, il gas semplice, dalle mille potenzialità, soprattutto, non inquinante. Forse tra gli elementi che ho studiato, è quello che mi somiglia di più”.
E il mondo come la tavola periodica? “Tra i miei sogni non c’è solo una vita leggera, ma utile agli altri, quindi ad idrogeno, ma anche un mondo fatto di persone non distanti, dunque, di legami più solidi. Hai presente la tavola? Ci sono buchi. Beh, vorrei che ogni giorno ciascuno si preoccupasse di riempirli, di non lasciare mai vuoti”.
Intanto si prepara per l’appuntamento con il Capo dello Stato. “Avrei due messaggi – al Presidente della Repubblica vorrei chiedere che si guardi alla Chimica in modo diverso. La Chimica non è la brutta scienza, non è fonte di inquinamento e tossicità. E’ il suo abuso, da parte di persone non competenti, a generare i disastri ambientali che ci circondano. Se potessi, vorrei fare anche una domanda a Papa Francesco. Mi piacerebbe sapere qual è il suo elemento preferito. Il 2019 è l’Anno Internazionale della Tavola Periodica e Bergoglio ha studiato come perito chimico. In pratica è come se avesse fatto il dell’Erba di Buenos Aires”.
Il titolo di Alfiere del Lavoro gli verrà conferito per la media delle votazioni finali dei primi quattro anni delle superiori e il voto finale della Maturità. Giovanni ha preso il massimo.
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