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Mafia, Nicola Clemenza: Con noi o contro di noi!

“Finalmente – dice – si comincia a fare antimafia sul serio. Denunce, consumo critico, misure di prevenzione. Sono cose che a dirle non lasciano segni. E’ nel farle che si fa la differenza!”.

E Nicola Clemenza, nato a Palermo, quarantacinque anni fa, il solco lo vuole tracciare davvero.

L’ha fatto prima, rifiutando di pagare il pizzo alla mafia, per cui ha subito un attentato. Di recente, dando vita all’associazione Libero Futuro di Castelvetrano http://www.liberofuturo.net/  E l’inaugurazione è avvenuta nella palestra della scuola frequentata dalla figlia di Matteo Messina Denaro, il boss contro cui una volta Nicola si è costituito parte civile, senza il sostegno del suo Comune. Era il processo a chi gli aveva bruciato l’auto e distrutto la casa

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“Voglio essere un modello – afferma – per i miei bambini”.

Nicola è un insegnante di scuola elementare di ruolo da più di 20 anni, ma fa anche l’ olivicoltore. Collabora con Libera per i campi di lavoro sui beni confiscati alla mafia e con la Presidenza del Tribunale di Trapani – settore misure di Prevenzione.

Libero Futuro Castelvetrano è agganciato a Libero Futuro Palermo, nato nel 2004 sotto la guida di Enrico Colajanni ed è una costola di AddioPizzo di Palermo.

“A queste associazioni – racconta Nicola – mi sono rivolto quando ho cominciato ad avere problemi con la mafia. Da loro ho avuto piena solidarietà. Quello che ho avuto, do. Nel mio comune ho avviato un processo che spero possa smuovere le coscienze. Con l’aiuto di quasi tutte le associazioni di Palermo e, soprattutto, con Libero Futuro Palermo, il mio gruppo sta mettendo in atto una vera e propria strategia di attacco alla criminalità organizzata. Intanto aderiamo alla FAI – Federazione antiracket italiana – che vanta una esperienza ventennale. Quella maturata dal suo fondatore, Tano Grasso. Poi stiamo cominciando a far capire agli iscritti quanto importante sia il consumo critico”.

Alle estorsioni, aggiunge Nicola, si può reagire, ma chi lo fa, non deve essere lasciato solo. E’ necessario associarsi e far sentire la propria voce. Chi tace, acconsente”.

Non hai paura di provocare, sfidare il boss Matteo Messina Denaro?

Io non lo sfido. Sono il garante di ogni imprenditore che ha deciso di cambiare strada, affrancarsi da una politica spesso consenziente. Tante volte si punta il dito contro l’imprenditore che paga e lo si bolla come colluso. Ma bisogna anche criticare la pubblica amministrazione. Alludo agli uffici in cui si preparano le gare di appalti, ai funzionari che hanno sempre dato il lavoro al più forte.

Non temi per tua moglie e le tue bambine?

Penso sempre a loro. Dal primo momento. Ma voglio che loro siano fiere di me. Il futuro lo possiamo cambiare con i sacrifici, non con le vigliaccherie. Paolo Borsellino diceva che chi ha paura muore ogni giorno. Chi non ha paura, una sola volta. Non ci fermeranno né con gli attentati, né con i miti ed educati consigli, perché siamo noi gli uomini d’onore.

Qualche volta ti senti solo?

Mi sono battuto per non esserlo e non lo sono più, ma non possiamo abbassare la guardia. C’è bisogno di tutti ogni giorno e in ogni luogo. La scorta civica è anche questo. Nell’associazione per il momento ci sono quindici imprenditori di vari settori, ma tanti ci stanno chiedendo di iscriversi. Aspettiamo l’ok degli inquirenti. Valutiamo anche tra di noi, perché il lupo in casa non lo vogliamo. Dalla nostra parte, comunque, ci sono tutte le forze dell’ordine e la Procura, oltre a Confindustria di Trapani. Ripeto, dobbiamo essere tanti e uniti. E’ dura. Ma ce la stiamo mettendo tutta per far vedere che facciamo sul serio e che alla fine la legalità paga.

Ma come reagisce l’opinione pubblica?

Purtroppo molti stanno a guardare, ma noi via via saremo sempre più duri contro gli indifferenti che possono fare la differenza e presto in molti dovranno scegliere da quale parte stare.   Abbiamo intenzione di rendere pubblici i nomi di quelli che stanno con noi e di quelli che stanno contro di noi.

Ora di cosa avete bisogno?

Abbiamo bisogno di parlare e continuare a dire la verità su abusi e soprusi, su diritti violati di uomini e donne.

E il Governo cosa potrebbe fare nell’immediato?

Occorrono subito protocolli etici in tutte le pubbliche amministrazioni. Chi lavora per il pubblico deve essere trasparente più di altri, deve dichiarare che la mafia è una montagna di letame. Noi, come ho già detto, andremo avanti con le petizioni (Vedi il sito, ndr)

Come si sconfigge la mafia?

Con lo stesso strumento con il quale si fanno mille miglia a piedi, il primo passo, il nostro piccolo contributo di presenza e condivisione. Si sconfigge con l’emancipazione culturale.

Ti senti un tipo tosto?

Molti forse diranno di no. Io ti dico di sì, sono sicuramente risoluto, convinto, ma non sono un eroe.  Faccio quello che ogni onesto cittadino farebbe.

                                                                                                                                                                                              Cinzia Ficco

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Written by Cinzia Ficco

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